Gamberaldi
FotoGamberaldi è un piccolo borgo ricco di fascino e storia, situato nel territorio di Marradi. Il nome Gamberaldi potrebbe derivare dal latino “cambarus”, che significa "gambero", in riferimento alla presenza di questi crostacei nei corsi d’acqua della zona, oppure potrebbe avere origine da un antico nome di famiglia longobarda. Le prime notizie documentate risalgono al Medioevo, quando il borgo era un piccolo insediamento rurale legato ai monaci vallombrosani e alla gestione delle terre circostanti. Nel tempo, divenne un importante punto di sosta lungo le rotte che collegavano Firenze e Faenza, frequentato da mercanti e pellegrini diretti verso Roma o la costa adriatica. Uno degli episodi più significativi legati a Gamberaldi riguarda Giuseppe Garibaldi e la sua fuga nel 1849. Dopo la caduta della Repubblica Romana, Garibaldi, inseguito dalle truppe austriache, cercava una via sicura per proseguire la sua ritirata verso la costa adriatica. Secondo le testimonianze locali, il Generale avrebbe fatto tappa proprio nei pressi di Gamberaldi, trovando rifugio e aiuto tra la popolazione, sempre pronta a sostenere la causa dell’unità d’Italia. Il poeta Dino Campana (1885-1932), originario di Marradi, nutriva un profondo legame con le terre dell'Appennino Tosco-Romagnolo. Tra i luoghi che frequentava durante le sue peregrinazioni, Gamberaldi occupava un posto speciale. Le colline e i monti circostanti, come Campigno, Cignato e Orticaia, erano mete predilette delle sue camminate solitarie. In questi luoghi, Campana trovava rifugio e ispirazione, sentendosi accettato e in armonia con la natura. Sebbene non esistano testimonianze dirette di poesie o scritti specificamente dedicati a Gamberaldi, l'influenza di questi paesaggi è palpabile nelle sue opere. Le descrizioni vivide e le atmosfere evocative presenti nei suoi "Canti Orfici" riflettono l'essenza dei luoghi da lui frequentati. Ad esempio, nella poesia "La sera di fiera", Campana scrive: "Intorno nell'aria del crepuscolo si intendono delle risa, serenamente, e dalle mura sporge una torricella rosa tra l'edera che cela una campana..." Questi versi richiamano le atmosfere dei borghi appenninici, con le loro torri, l'edera e le campane che scandiscono il tempo. Anche se non menziona esplicitamente Gamberaldi, le immagini evocano scenari simili a quelli del borgo e dei suoi dintorni. Inoltre, Campana era solito percorrere sentieri che attraversavano luoghi come Gamberaldi, cercando comprensione e ispirazione nella solitudine dei monti. Queste esperienze hanno senza dubbio influenzato la sua produzione poetica, conferendo alle sue opere una profondità e una sensibilità uniche.
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Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 8
Il sentiero del Risorgimento
Rocambolesche avventure, fughe e aneddoti ai tempi dell’unità d’Italia che si intreccia con i percorsi del Gran Tour