Filigare
FotoSituato lungo il crinale dell’Appennino Tosco-Romagnolo, Filigare è un piccolo borgo dall’importanza storica strategica, un tempo punto di passaggio obbligato per viandanti, mercanti e pellegrini che attraversavano il confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Il toponimo Filigare deriva dal latino “filicaria”, ovvero “luogo ricco di felci”, testimoniando la natura rigogliosa che caratterizza ancora oggi questa zona. Tuttavia, il termine potrebbe anche derivare da “filum” (filo), riferendosi alla posizione di confine, un vero e proprio “filo” tra due mondi. Nel Medioevo, Filigare era un importante presidio doganale, con una stazione per il controllo delle merci e il pagamento dei dazi. Il passaggio tra Toscana e Romagna non era solo un punto geografico, ma segnava un confine amministrativo e fiscale ben sorvegliato. Oggi, della vecchia Dogana di Filigare restano solo pochi ruderi e memorie tramandate dagli abitanti del luogo. Grazie alla sua posizione sulla strada Faentina, che collegava Firenze a Faenza, Filigare fu attraversato da innumerevoli personaggi celebri, soprattutto durante il Grand Tour, il viaggio di formazione che nobili e intellettuali compivano tra il XVII e il XIX secolo. Scrittori, artisti e scienziati diretti verso Firenze sostavano qui per riposarsi prima di affrontare la discesa verso il Mugello o la salita verso la Romagna. Si racconta che persino Stendhal, il celebre autore francese, abbia transitato da queste parti durante i suoi viaggi in Italia, affascinato dalla bellezza selvaggia del paesaggio appenninico. Filigare è legato anche alle vicende risorgimentali. Durante la fuga di Giuseppe Garibaldi nel 1849, dopo la caduta della Repubblica Romana, il Generale e i suoi compagni attraversarono queste terre nel tentativo di sfuggire alle truppe austriache e pontificie. Filigare, con i suoi boschi fitti e i sentieri nascosti, offriva rifugio ideale per chi doveva muoversi senza farsi intercettare. Un tempo, accanto alla dogana, esisteva un’antica locanda, famosa per i suoi piatti semplici e per il vino robusto che scaldava i viandanti. Si dice che alcuni briganti la usassero come punto di ritrovo prima di compiere le loro scorribande tra Toscana e Romagna. In una radura poco distante dal borgo, si trova una croce di pietra, la cui origine è incerta. Alcuni sostengono che sia un ex voto di pellegrini medievali, altri che segni il punto in cui un viandante fu assassinato da banditi nel Settecento. Per secoli, viaggiatori e malati di città venivano consigliati di soggiornare a Filigare per “rinvigorirsi” grazie all’aria salubre dell’Appennino, ritenuta un toccasana per le malattie respiratorie. La sua storia, tra viandanti, doganieri, briganti e rivoluzionari, è ancora viva nelle pietre dei suoi edifici e nei racconti di chi conosce e ama questa terra di confine.
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Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 8
Il sentiero del Risorgimento
Rocambolesche avventure, fughe e aneddoti ai tempi dell’unità d’Italia che si intreccia con i percorsi del Gran Tour