Badia Di Susinana

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Badia Di Susinana

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Immersa nel cuore dell’Appennino Tosco-Romagnolo, la Badia di Santa Maria Assunta di Rio Cesare, situata a Susinana, frazione di Palazzuolo sul Senio, è un luogo carico di storia e suggestione. Posta su un piccolo poggio tra due corsi d’acqua – il Senio e il Rio Cesare, che scorre tra i sassi – la Badia è accessibile attraverso un antico ponte ad arco e un sentiero selciato che si snoda tra i pini. Oggi, il percorso originale è in stato di abbandono e si accede da un'altra strada, che passa accanto a un agriturismo. Fondata nel 1090 come monastero cluniacense, nella seconda metà dell’XI secolo passò ai Vallombrosani, seguendo la regola di San Giovanni Gualberto. Nel 1137 il complesso venne distrutto, ma nel XVII e XVIII secolo fu ricostruito e conobbe il suo massimo splendore. La Badia fu anche legata alla potente famiglia Pagani, e tra i suoi ospiti più illustri vi fu Maghinardo Pagani, signore di Faenza e Imola, che nel 1302 dispose di essere sepolto qui in abito vallombrosano. Dante Alighieri lo cita nel XXVII canto dell’Inferno, definendolo un politico abile ma opportunista, capace di cambiare schieramento tra guelfi e ghibellini a seconda delle circostanze: "Le città di Lamone e di Santerno conduce il lïoncel dal nido bianco, che muta parte da la state al verno." Nel 1808, la Badia fu soppressa dalle autorità francesi. Successivamente, fu affidata alle monache domenicane della SS. Annunziata di Marradi, che la tennero fino al 1866, quando le leggi di soppressione degli ordini religiosi decretarono la chiusura definitiva del convento. Oltre al suo ruolo religioso, la Badia di Susinana fu un luogo strategico nel Risorgimento. Durante la fuga seguita alla caduta della Repubblica Romana nel 1849, Giuseppe Garibaldi attraversò queste terre, inseguito dagli Austriaci. Il cosiddetto Sentiero di Garibaldi passa proprio nei pressi della Badia, collegando Gamberaldi, Gruffieto e Susinana. La popolazione locale, fedele agli ideali di libertà, protesse e sostenne Garibaldi, aiutandolo a evitare la cattura. Il suo passaggio è entrato nella leggenda: la sua capacità di sfuggire sempre agli inseguitori era dovuta non solo alla sua abilità, ma anche all’appoggio incondizionato che trovava tra la gente. Ancora oggi, il trekking lungo il Sentiero di Garibaldi ripercorre le tappe della sua fuga, attraversando paesaggi incontaminati e luoghi carichi di memoria. L’edificio monastico fu completamente trasformato nei secoli, diventando un centro ricco di opere d’arte. Oggi, al suo interno, si trovano un coro ligneo risalente al 1771, un fonte battesimale in ceramica realizzato agli inizi del Novecento dalla Manifattura Fornaci San Lorenzo, in stile Liberty su disegno di Galileo Chini; pregevoli dipinti, tra cui la Madonna del Carmine di Jacopo Confortini, oggi conservata nella chiesa parrocchiale di Palazzuolo. Attualmente, il complesso è di proprietà della famiglia fiorentina Scalini-Scala, mentre la chiesa, un tempo parrocchiale, appartiene alla Diocesi di Firenze. Nel 1997, due monaci benedettini si stabilirono nella canonica, trasformandola in un piccolo monastero. Grazie a loro, Santa Maria Assunta di Rio Cesare tornò a essere un centro di spiritualità per la zona montana. I monaci rimasero fino al 2016, quando l’età avanzata e il rigido clima invernale li costrinsero ad abbandonare la Badia, lasciandola ancora una volta in attesa di un nuovo capitolo della sua lunga storia.


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Storia di Cia – Testo: Serena Pinzani, Voce recitante: Valentina Cipriani


Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 8

Il sentiero del Risorgimento

Durata5/6 giorni
Lunghezza128 KM
DifficoltàDifficile

Rocambolesche avventure, fughe e aneddoti ai tempi dell’unità d’Italia che si intreccia con i percorsi del Gran Tour