Monte Giovi

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Monte Giovi

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Il Monte Giovi, con i suoi 992 metri di altitudine, domina il paesaggio tra il Mugello e la Val di Sieve, offrendo un panorama che spazia dagli Appennini fino a Firenze. Ma questo rilievo non è solo una meraviglia naturale: è anche un luogo carico di storia, teatro di vicende che vanno dalla Preistoria fino alla Resistenza Partigiana. Alcuni storici ritengono che il nome “Giovi” possa derivare da “Juppiter”, il dio romano Giove, oppure da una radice etrusco-latina legata alla sua posizione elevata e sacra. Le prime tracce di insediamenti umani sul Monte Giovi risalgono addirittura alla Preistoria. Si ritiene che i Liguri e successivamente gli Etruschi abbiano frequentato queste alture per motivi strategici e religiosi. I ritrovamenti archeologici suggeriscono la presenza di luoghi di culto e percorsi utilizzati per il commercio e la transumanza. Durante l’epoca romana, il monte era attraversato da antiche vie di comunicazione che collegavano il Mugello a Fiesole e a Firenze. Si dice che proprio lungo le sue pendici passasse una delle vie utilizzate per i commerci e i traffici militari. Nel Medioevo, il Monte Giovi divenne un baluardo difensivo per i castelli e le pievi circostanti. Le sue foreste erano sfruttate per il legname e per il pascolo, ma offrivano anche riparo a eremiti e pellegrini. Numerosi monasteri sorsero nei dintorni, come quelli di Camaldoli e Vallombrosa, che influenzarono la vita spirituale della zona. In questo periodo il monte era un punto strategico conteso tra le potenti famiglie fiorentine e i signori locali. Il momento storico più drammatico e significativo per il Monte Giovi arriva durante la Seconda Guerra Mondiale, quando diventa uno dei principali rifugi della Resistenza toscana. Qui operava la Brigata Partigiana "Spartaco Lavagnini", che condusse azioni di guerriglia contro i nazifascisti sfruttando i boschi e le grotte del monte per nascondersi e organizzare attacchi. I rastrellamenti furono numerosi e brutali, ma i partigiani riuscirono più volte a sfuggire e a tenere testa alle truppe nemiche. Un aneddoto racconta di una notte del 1944, quando un gruppo di partigiani, grazie a una fitta nebbia, riuscì a sfuggire a un accerchiamento tedesco nascondendosi nei boschi sopra la Fonte alla Capra, una sorgente che ancora oggi è simbolo della Resistenza sul monte. Oggi, il ricordo di quei giorni eroici è mantenuto vivo attraverso la Piramide dei Partigiani, un monumento che si trova sulla vetta e che in aprile diventa il centro di commemorazioni e camminate della memoria. Oltre alla sua importanza storica, il Monte Giovi è oggi una delle mete escursionistiche più affascinanti del Mugello. I suoi sentieri immersi nei boschi di faggi e castagni offrono percorsi per tutti i livelli, dai più semplici alle camminate più impegnative. Il monte è spesso avvolto da nebbie suggestive, che hanno dato vita a leggende locali su spiriti e presenze misteriose. Alcuni raccontano di antichi viandanti scomparsi nelle foreste e di monaci eremiti che apparirebbero nelle notti di luna piena. Monte Giovi rappresenta quindi molto più di un semplice rilievo naturale: è un luogo di memoria, di battaglie e di spiritualità, un simbolo che unisce passato e presente, natura e storia, sacrificio e libertà.


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Podcast

Falco di Monte Giovi – Testo: Serena Pinzani, Voce recitante: Marco Paoli


Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 1

Le origini del Mugello

Durata3 giorni
Lunghezza49 KM
DifficoltàMedia

Dai ritrovamenti neolitici alle tracce di Celti ed Etruschi

Percorso 6

I Pilastri della Fede

Durata3/4 giorni
Lunghezza73 KM
DifficoltàDifficile

I grandi sacerdoti mugellani che in modo diverso hanno segnato la Chiesa e le nostre abitudini. L’abate del Buonsollazzo, Montesenario, Monsignor Della Casa, Monsignor Bartolucci, Don Milani

Percorso 9

Il Mugello che non si arrende

Durata2 giorni
Lunghezza50 KM
DifficoltàDifficile

I percorsi dei partigiani e la lotta per la Liberazione