La Chiesa di San Lorenzo a Pietramala, nel comune di Firenzuola, ha origini antiche che si intrecciano con la storia della località. Già nel 1220 esisteva un luogo di culto, come testimoniato da documenti storici. Nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di Repetti si legge infatti che l'imperatore Federico II confermò agli Ubaldini la curia di Pietramala, nella quale si trovava già una chiesa. Nel 1257, il cardinale Ottaviano degli Ubaldini la menzionava con il nome di San Lorenzo, dedicazione che è rimasta nel tempo. Pietramala entrò nell'orbita fiorentina nel 1403, ma la chiesa rimase sotto la diocesi di Bologna per quasi quattro secoli. In questo periodo era una piccola cappella servita da un curato proveniente da Scaricalasino, l'attuale Monghidoro. Con il tempo, tuttavia, la sua importanza crebbe e nel 1717 il cardinale Malvezzi, arcivescovo di Bologna, ne ordinò il restauro, ricostruendo il campanile e dotandolo di tre campane. Fu proprio Malvezzi a promuovere un ulteriore ampliamento, affidando il progetto all'architetto Leopoldo Baldi Dalle Rose, membro di una famiglia molto influente a Pietramala. Nel 1785 la chiesa entrò a far parte della diocesi di Firenze, ottenendo nel 1786 il grado di pieve. Alla fine dell'Ottocento, a causa delle precarie condizioni dell'edificio, il pievano don Innocenzo Zagni avviò una ricostruzione completa. L'opera venne affidata a Giuseppe Baldi Dalle Rose, che si ispirò al modello delle chiese quattrocentesche fiorentine, utilizzando pietra viva e filaretto. I lavori iniziarono nel 1882, la prima pietra venne benedetta il 4 ottobre 1884 e la costruzione fu completata il 30 ottobre 1900. La nuova chiesa, caratterizzata da una pianta a croce greca e da una maestosa cupola ottagonale, venne inaugurata il 4 luglio 1902, con festeggiamenti che durarono diversi giorni. L'edificio presenta una facciata imponente, arricchita da una pregiata formella in terracotta policroma realizzata dalla manifattura Chini di Borgo San Lorenzo. L'interno colpisce per la luminosità e l'armonia degli spazi, unendo semplicità e solennità. Gli altari, in marmo pregiato, sono arricchiti da eleganti cibori, donati da Cristina Baldi Dalle Rose. I cori furono realizzati da artigiani locali, mantenendo viva la tradizione artistica del luogo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa subì gravi danni: le vetrate furono distrutte, la statua della Madonna venne distrutta (quella attuale risale al 1955) e l'ala laterale sinistra fu gravemente colpita. Schegge di bombe danneggiarono anche il San Giovanni Battista del fonte battesimale, attribuito alla scuola toscana, e rovinarono le volte della cappellina sottostante la sacrestia, oltre alla porta della sacrestia stessa.
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