Monumento ossario di Crespino
FotoL'eccidio di Crespino sul Lamone fu una strage nazifascista che ebbe luogo tra il 17 e il 18 luglio 1944, nella frazione omonima del comune di Marradi, in provincia di Firenze. Il massacro, perpetrato dal 3. Polizei-Freiwilligen-Bataillon Italien, costò la vita a 44 civili, segnando in modo indelebile la memoria storica di questa terra. Il 15 luglio 1944, un soldato tedesco venne ucciso nei pressi di Crespino sul Lamone, una piccola località dell'Appennino tosco-romagnolo, situata lungo importanti arterie di comunicazione tra la Toscana e la Romagna: la SS 302 e la ferrovia Faentina. A seguito della morte del militare, l'abitato venne perquisito dai nazisti alla ricerca di partigiani. Il pomeriggio del 17 luglio, una pattuglia tedesca venne coinvolta in uno scontro a fuoco con un gruppo di civili non appartenenti a formazioni partigiane. Durante lo scontro, un soldato tedesco fu ucciso, mentre un altro riuscì a fuggire e a dare l'allarme. Poche ore dopo l'incidente, la frazione di Crespino sul Lamone fu attaccata dal 3. Polizei-Freiwilligen-Bataillon Italien, un reparto di polizia militare composto da ufficiali tedeschi e soldati italiani. Questo stesso reparto era stato coinvolto nel giugno precedente nella strage di Niccioleta, che aveva causato la morte di 83 persone. All'arrivo dei nazisti, 21 persone vennero fucilate sul greto del fiume Lamone. Successivamente, i soldati si diressero verso alcuni poderi nei dintorni di Crespino, dove continuarono a uccidere altri civili. Il giorno seguente, il 3. Polizei-Freiwilligen-Bataillon proseguì verso nord, entrando nel comune di Palazzuolo sul Senio, dove nelle frazioni di Fantino e Lozzole uccisero un'altra decina di persone. La chiesa del paese fu profanata, e i civili furono massacrati a colpi di mitragliatrice. Il totale delle vittime ammonta a 42, tra cui l'anziano parroco Don Fortunato Trioschi e altri due uomini anziani che si trovavano nella chiesa al momento dell'omicidio. Il Monumento Ossario di Crespino sul Lamone sorge sul greto del fiume Lamone, precisamente nel luogo in cui, il 17 luglio 1944, avvenne l'eccidio di 42 civili. Il primo monumento fu realizzato nel 1946 e consisteva in un basamento in pietra che ospitava la cripta-ossario dove furono tumulate le vittime della strage. Sulla sommità del monumento fu posta una croce, originariamente commissionata dall'amministrazione comunale e realizzata da uno degli uomini vittime dell'eccidio. In seguito, quando venne completata la parte superiore del Monumento ai Caduti con la cappella nel 1964, la croce fu spostata nel cimitero di Crespino, dove si trova tuttora. Il 17 luglio 1967, a Crespino sul Lamone, fu ufficialmente inaugurato il sacrario nella forma che ancora oggi possiamo ammirare. Il monumento, con la sua cripta e il suo simbolismo, rappresenta un atto di memoria e di dolore per le vittime innocenti della brutalità della guerra, rendendo il sacrificio degli uomini e delle donne di Crespino un monito per le generazioni future. Le targhe commemorative che adornano il monumento riportano parole di dolore e speranza, tra cui quella che recita: "Quando l'amore si spegne nel cuore degli uomini e l'odio trionfa, più degni di pianto e di lode sono gli innocenti caduti in tanta rovina." Altre parole ricordano la figura di Don Fortunato Trioschi, un pastore che, nonostante il suo ruolo religioso, non fu risparmiato dal massacro, e l'invito al perdono e alla rassegnazione per chi ha subito il dolore: "Oh anime elette! Per così straziante olocausto, vi doni il Signore il premio dei Martiri e degli Eroi." Il Monumento Ossario di Crespino sul Lamone non è solo un luogo di memoria storica, ma anche un simbolo di resistenza contro l'odio e la violenza, ricordando a tutti l'importanza della pace e della solidarietà.
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Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

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