Tamburino
FotoA lungo frequentato come luogo di passaggio, attraversato da diverse vie di collegamento fra Fiesole, Firenze e la Romagna, Monte Giovi ha avuto un ruolo centrale nella vita quotidiana della regione. Nei secoli, ha visto il passaggio di mercanti, pellegrini e viaggiatori, ma è stato anche protagonista significativo della nostra storia più recente, come sede del comando delle brigate partigiane durante il secondo conflitto mondiale. Il piccolo borgo di Tamburino, situato a ridosso della vetta di Monte Giovi, ha origini documentate che risalgono alla fine del XV secolo. Nasce inizialmente come un ospitale per viaggiatori e pellegrini, in un punto di passaggio fondamentale per le comunicazioni tra il centro e il nord Italia. Con il passare del tempo, nel XVIII secolo, il borgo si trasformò in un complesso colonico, segnando così un’importante tappa della sua evoluzione nel corso dei secoli. Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, Monte Giovi fu teatro di eventi drammatici che segnano il culmine della sua importanza storica. A Tamburino, nei pressi della vetta, i tedeschi avevano approntato un campo di prigionia. Quando, l’8 settembre 1943, l'armistizio dell'Italia con gli Alleati segnò la fine delle operazioni belliche, il campo ospitava circa 100 prigionieri di guerra provenienti da varie nazionalità. Improvvisamente, questi uomini si ritrovarono senza carcerieri, senza viveri e senza indumenti, in balia degli eventi. La mancanza di un'autorità in grado di mantenerli sotto controllo favorì la nascita di una nuova forma di resistenza. I prigionieri, privati di tutto, si trovarono ad affrontare non solo la dura realtà del conflitto ma anche la speranza di un futuro che sembrava incerto. Ed in questo furono aiutati e accolti dalle pur misere e sofferenti popolazioni locali. Nel mentre, le forze partigiane che operavano in quelle terre cominciarono ad interagire con i prigionieri, creando legami di solidarietà e di mutuo aiuto. Il montano Tamburino, simbolo di resistenza e lotta, divenne uno dei luoghi emblematici in cui si intrecciarono i destini di prigionieri e combattenti, protagonisti di una battaglia non solo per la liberazione militare, ma anche per la libertà umana e civile.
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Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 9
Il Mugello che non si arrende
I percorsi dei partigiani e la lotta per la Liberazione