Nel cuore del Mugello, la Seconda Guerra Mondiale lasciò ferite profonde, una delle quali rimane impressa nella memoria della comunità con il nome di strage di Padulivo. Era il 10 luglio 1944, e la guerra si faceva sempre più brutale. Alla fattoria di Padulivo, una grande casa colonica che in quei giorni ospitava oltre centocinquanta persone, tra cui molti sfollati provenienti da Vicchio, giunse un reparto di SS tedesche, circa sessanta uomini. Ufficialmente erano lì per requisire bestiame, ma i loro sospetti si concentravano su Aldo Galardi, il proprietario della fattoria, ritenuto vicino ai partigiani che operavano sui monti circostanti. Durante la perquisizione, i tedeschi si accorsero che un cavallo era stato portato via da poco. Pretendevano di riaverlo, minacciando di bruciare la fattoria. Una donna, nel tentativo di evitare il peggio, si offrì di recuperarlo. Il suo gesto permise però ai partigiani di Monte Giovi di essere avvertiti della presenza e della consistenza del contingente nazista. Poco dopo, lungo la strada, i partigiani tesero un’imboscata: un soldato tedesco rimase ucciso, un altro ferito. La reazione tedesca fu immediata e spietata. Tornati alla fattoria, gli SS incendiarono l’intero complesso, catturando tutti coloro che trovarono. Oltre cento persone, uomini, donne e bambini, furono costrette a marciare verso Vicchio. Arrivati al ponte dove aveva avuto luogo l’agguato, i nazisti decisero di vendicarsi: dieci uomini e la donna che aveva recuperato il cavallo vennero mitragliati sul posto. Uno di loro sopravvisse per qualche tempo, ma le ferite riportate non gli permisero mai di riprendersi. I prigionieri rimanenti furono condotti a Vicchio, dove passarono la notte in attesa dell’interrogatorio. Il mattino seguente, furono tutti rilasciati, ad eccezione di quattro uomini e tre donne. Gli uomini vennero costretti a partecipare alla razzia di altro bestiame, poi condotti nuovamente sul luogo dell’imboscata e infine fucilati senza pietà. Oggi, a Padulivo, una lapide incisa nella pietra ricorda i nomi di quei quindici innocenti trucidati per rappresaglia: BASTIANELLI PIETRO, CALZOLAI VALERIANO, FIBBI ATTILIO, GABELLINI ANTONIO, GALARDI ALDO, GIUDICI MARIA, GOTTARDI RENZO, LANDI ANNIBALE, MENICUCCI AURELIO, PARIGI GIOVACCHINO, POGGIALI RENATO, SANTONI NELLO, ZAGLI ETTORE, ZAGLI NELLO, BANCHI MARIO. Nel cinquantesimo anniversario della Resistenza e della Liberazione, il Comune di Vicchio ha voluto onorare la loro memoria con un monito inciso accanto ai nomi: "La storia non si ripete, se non nella mente di chi non la conosce." — Gibran Khalil Gibran Oggi il Monumento ai Martiri di Padulivo è più di una semplice testimonianza storica: è un luogo di memoria, di raccoglimento, un simbolo del sacrificio di chi perse la vita per la furia nazifascista. Ogni anno, la comunità si riunisce per non dimenticare, per tramandare alle nuove generazioni il valore della libertà, della resistenza e della dignità umana.
Foto
Podcast
Rutilio Muti – Testo: Serena Pinzani, Voce recitante: Marco Bianchini
Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 9
Il Mugello che non si arrende
I percorsi dei partigiani e la lotta per la Liberazione