Santuario della Madonna dei Tre Fiumi

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Santuario della Madonna dei Tre Fiumi

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il Santuario della Madonna dei Tre Fiumi si trova nella località omonima, vicino a Ronta, nel comune di Borgo San Lorenzo. Questo luogo, da sempre legato alla spiritualità, conserva una storia ricca di eventi straordinari, miracoli e leggende che ne fanno una meta di pellegrinaggio ancora oggi. La vocazione religiosa di questa zona è antichissima: secondo gli storici, già nell’854 d.C. qui sorgeva un convento dedicato a Santa Maria. Poco distante, in località Castellina, si trovavano delle grotte dove si dice avvenissero visioni mistiche. E a poche curve dal santuario, la leggenda narra che San Giovanni Gualberto sollevò un gigantesco tronco di faggio con un solo gesto della mano, liberando la strada. L’Oratorio della Madonna dei Tre Fiumi, è così chiamato perché sorge alla confluenza di tre corsi d’acqua: due bracci del torrente Ensa e il fosso Farfereta. Nei pressi del santuario si trova anche un antico mulino ad acqua del 1845, testimonianza della vita rurale e dell’importanza dell’acqua per l’economia locale. Il torrente Ensa ha origine dalla Fonte dell'Alpe, vicino al Passo della Colla, e attraversa l’abitato di Razzuolo prima di ingrossarsi proprio alla Madonna dei Tre Fiumi, dove un tempo riceveva le acque del Farfereta. Il santuario, nella sua forma attuale, risale al 1705 e presenta una pianta a tre navate, separate da archi a tutto sesto. La navata centrale è coperta da capriate in legno, mentre le navate laterali, aggiunte nel 1633, hanno un solo spiovente. L’altare maggiore, in pietra serena scolpita, conserva un affresco della Madonna col Bambino, opera del pittore fiorentino Jacopo Chimenti detto l’Empoli (1554-1640). Sugli altari laterali si trovano due pregevoli tele: una raffigurante un Santo in preghiera e l’altra l’Assunzione della Madonna. Dietro l’altare, una suggestiva cripta con volte composte costituisce il coro. Di grande interesse sono anche alcuni arredi lignei, tra cui un antico leggio, l’organo e piccoli confessionali finemente intagliati. All’esterno si trova un porticato a tre archi, costruito nel 1633 per accogliere i pellegrini. Nel 1780, con la costruzione della strada carrozzabile, il porticato subì una drastica mutilazione, che compromise irrimediabilmente uno degli archi, rendendolo “zoppo”. La costruzione del santuario risale al 1579, nel luogo dove un tempo si trovava un semplice tabernacolo della Madonna, già meta di devoti pellegrinaggi. La svolta avvenne nel 1578, il giorno dell’Ascensione, quando – secondo la tradizione – l’immagine della Madonna assunse sembianze viventi, volgendo uno sguardo piangente verso alcune donne in preghiera. Di lì a poco, un bambino morente fu condotto davanti alla sacra immagine e guarì miracolosamente. Questi eventi suscitarono così tanto scalpore che il popolo rontese decise di costruire un oratorio più grande e accogliente. Con il tempo, la crescita del culto e l’aumento dei pellegrini portarono all’ampliamento della struttura, fino a raggiungere l’aspetto attuale. Il XVIII secolo vide il massimo splendore del culto mariano in questo santuario, con numerosi miracoli attribuiti alla Madonna. Uno dei più curiosi avvenne il 7 giugno 1767: un gruppo di pellegrini fiorentini, a causa di ritardi e imprevisti, arrivò al santuario in piena notte. Tra loro c’era un giovane di nome Marco di Alessio Corsini, che sbagliò strada e si ritrovò da solo, in sella a un asino mezzo cieco. Nel buio, l’animale mise una zampa fuori dal sentiero e precipitò nel burrone, trascinando con sé il ragazzo. Quando i pellegrini accorsero, si aspettavano il peggio: l’asino era morto sul colpo, ma Marco ne uscì quasi illeso, con solo un graffio. Egli raccontò di aver visto la Madonna in una grande luce, accanto a Gesù sorridente, proprio mentre cadeva. Per precauzione, un medico del luogo – il brillante dottor Giacinto Martini – pensò bene di fargli un salasso, un rimedio che lo lasciò più debole che mai! Il giorno seguente, trascinandosi come poteva, Marco riuscì comunque a raggiungere il santuario per rendere omaggio alla Vergine miracolosa. Un altro personaggio legato indissolubilmente al santuario è stato il Cardinale Silvano Piovanelli, nato a Ronta, in Mugello, che ha sempre mantenuto un forte legame con la sua terra natale. Cresciuto proprio nelle vicinanze del Santuario della Madonna dei Tre Fiumi, il Cardinale Piovanelli attribuiva a questo luogo speciale l’origine della sua vocazione religiosa. Piovanelli non perdeva occasione per raccontare come la sua chiamata alla vita sacerdotale fosse nata proprio intorno al parroco di Ronta e alla Madonna dei Tre Fiumi. Ronta e il santuario erano per lui come una casa spirituale, un punto di riferimento e un luogo di profonda venerazione. Anche quando Piovanelli divenne arcivescovo di Firenze, non dimenticò mai le sue radici mugellane. Durante i periodi di riposo o nelle sue visite in pensione, il Cardinale tornava frequentemente nel Mugello, dove si recava in particolare a Ronta, per fare visita al cimitero, dove riposano ancora i suoi genitori. Lì, si fermava a pregare e a ricordare la sua infanzia, in un legame profondo e indissolubile con la sua terra e il santuario che tanto amava.


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Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 6

I Pilastri della Fede

Durata3/4 giorni
Lunghezza73 KM
DifficoltàDifficile

I grandi sacerdoti mugellani che in modo diverso hanno segnato la Chiesa e le nostre abitudini. L’abate del Buonsollazzo, Montesenario, Monsignor Della Casa, Monsignor Bartolucci, Don Milani