Monte Rotondo
FotoArroccato sulle pendici del Monte Giovi, il Castello di Monterotondo domina un paesaggio mozzafiato che separa la valle della Sieve dalla piana di Borgo San Lorenzo. La sua posizione strategica non è casuale: questa fortificazione medievale fungeva da avamposto di avvistamento e controllo, garantendo il dominio su un’ampia porzione di territorio e sulle altre postazioni militari della zona, come Monte di Croce e Galiga. Il nome "Monterotondo" probabilmente deriva dalla forma circolare della sua sommità, modellata sia dalla natura che dall’uomo, attraverso terrazzamenti e sbancamenti artificiali per scopi difensivi. Il castello era accessibile attraverso un sentiero di crinale che collegava i rilievi circostanti, rendendolo un vero e proprio "nido d'aquila", isolato e sicuro. Le prime testimonianze documentate della fortificazione risalgono al XIII secolo. Nel 1226-1227, il castello venne acquistato dal vescovo di Firenze insieme al più importante Castello di Monte di Croce, che era stato precedentemente distrutto dal Comune fiorentino. Questo passaggio di proprietà segnò la fine del controllo della potente famiglia dei Guidi su Monterotondo e il suo assorbimento nelle strategie difensive della Firenze guelfa. L’impianto del castello era dominato da una torre a pianta quadrangolare, costruita in conci di pietra locale. Questa struttura, alta e imponente, fungeva da ultimo baluardo difensivo e da residenza del signore del castello, anche se gli spazi interni ridotti suggeriscono una funzione più militare che abitativa. La fortificazione si sviluppava attorno alla torre con un recinto murario, oggi quasi del tutto scomparso, ma ancora visibile in alcune tracce lungo il ciglio della sommità. Monterotondo non fu mai un insediamento abitato in senso stretto, ma piuttosto una struttura militare con alloggi residenziali per la guarnigione. Lo testimoniano documenti dell’epoca, tra cui un atto del vescovo Lottieri della Tosa che fa riferimento a un "palatium" all’interno del castello, suggerendo la presenza di una torre-palazzo come centro amministrativo e simbolo del potere vescovile. Nonostante la sua posizione defilata, il castello fu coinvolto nelle lotte politiche del tempo. Nel XIV secolo, Monterotondo apparteneva ancora al vescovo di Firenze, ma la sua importanza strategica diminuì progressivamente, fino ad essere abbandonato e lasciato in rovina. L’ultima testimonianza diretta della sua esistenza proviene dal XVIII secolo, quando l’erudito Giovan Maria Brocchi descrisse una torre ancora in piedi con un’iscrizione risalente alla fine del Duecento. Oggi, i ruderi di Monterotondo emergono tra la vegetazione, raccontando silenziosamente le storie di un’epoca di castelli e cavalieri.
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Raggiungibile attraverso i seguenti percorsi

Percorso 6
I Pilastri della Fede
I grandi sacerdoti mugellani che in modo diverso hanno segnato la Chiesa e le nostre abitudini. L’abate del Buonsollazzo, Montesenario, Monsignor Della Casa, Monsignor Bartolucci, Don Milani